1949-1958: L’ITALIA TRA CALCIO E STORIACosì come la popolazione partiva di slancio nella ricostruzione della nazione dopo la catastrofe bellica, anche il mondo del calcio fa altrettanto dopo la maledetta sera di Superga, aprendo il periodo 1949-1958. La voglia di ricominciare non fa certo difetto, ma come si sa, per entrare nelle grazie del “Dio Pallone”, non bastano impegno, passione ed abnegazione. Sono necessarie invece razionalità e tanta programmazione, qualità latitanti nell’intero periodo 1949-1958.
Ottorino Barassi, il nuovo Presidente Federale, ormai l’unico rappresentante dell’epoca d’oro del calcio italiano, si troverà a predicare nel deserto con l’unico appoggio del grande Giovanni Ferrari, pronto a correre al capezzale della nazionale nelle numerose occasioni in cui la guida è assente. Manca un personaggio in grado di prendersi la situazione sulle spalle e di schermare i violentissimi attacchi sferrati da ogni dove dopo ogni fallimento verso la nazionale, dando un indirizzo tattico preciso.
Campioni come Gianpiero Boniperti, Riccardo Carapellese, Benito Lorenzi e i numerosi “oriundi” chiamati a vestirsi d’azzurro, saranno protagonisti di clamorose disfatte.
Così mentre nel 1958 la nazione tocca il vertice del proprio sviluppo economico, il calcio italiano conoscerà il suo momento più buio con l’esclusione dal campionato del mondo di Svezia nel quale esordisce un diciassettenne brasiliano destinato a diventare il modello da seguire per tutti i ragazzini del mondo che di li in avanti prenderanno a calci un pallone.
Negli anni 1949-1958 la nazionale passerà dal ruolo di punto di riferimento a quello di semplice comparsa nel panorama internazionale. Un’intera popolazione, invece, scenderà dalla bicicletta per salire in automobile.
In sostanza queste sono le tematiche principali di quella che alcuni definiscono come l’epoca dei “ricchi scemi”.
Così come la popolazione partiva di slancio nella ricostruzione della nazione dopo la catastrofe bellica, anche il mondo del calcio fa altrettanto dopo la maledetta sera di Superga, aprendo il periodo 1949-1958. La voglia di ricominciare non fa certo difetto, ma come si sa, per entrare nelle grazie del “Dio Pallone”, non bastano impegno, passione ed abnegazione. Sono necessarie invece razionalità e tanta programmazione, qualità latitanti nell’intero periodo 1949-1958.
Ottorino Barassi, il nuovo Presidente Federale, ormai l’unico rappresentante dell’epoca d’oro del calcio italiano, si troverà a predicare nel deserto con l’unico appoggio del grande Giovanni Ferrari, pronto a correre al capezzale della nazionale nelle numerose occasioni in cui la guida è assente. Manca un personaggio in grado di prendersi la situazione sulle spalle e di schermare i violentissimi attacchi sferrati da ogni dove dopo ogni fallimento verso la nazionale, dando un indirizzo tattico preciso.
Campioni come Gianpiero Boniperti, Riccardo Carapellese, Benito Lorenzi e i numerosi “oriundi” chiamati a vestirsi d’azzurro, saranno protagonisti di clamorose disfatte.
Così mentre nel 1958 la nazione tocca il vertice del proprio sviluppo economico, il calcio italiano conoscerà il suo momento più buio con l’esclusione dal campionato del mondo di Svezia nel quale esordisce un diciassettenne brasiliano destinato a diventare il modello da seguire per tutti i ragazzini del mondo che di li in avanti prenderanno a calci un pallone.
Negli anni 1949-1958 la nazionale passerà dal ruolo di punto di riferimento a quello di semplice comparsa nel panorama internazionale. Un’intera popolazione, invece, scenderà dalla bicicletta per salire in automobile.
In sostanza queste sono le tematiche principali di quella che alcuni definiscono come l’epoca dei “ricchi scemi”.
Ottorino Barassi, il nuovo Presidente Federale, ormai l’unico rappresentante dell’epoca d’oro del calcio italiano, si troverà a predicare nel deserto con l’unico appoggio del grande Giovanni Ferrari, pronto a correre al capezzale della nazionale nelle numerose occasioni in cui la guida è assente. Manca un personaggio in grado di prendersi la situazione sulle spalle e di schermare i violentissimi attacchi sferrati da ogni dove dopo ogni fallimento verso la nazionale, dando un indirizzo tattico preciso.
Campioni come Gianpiero Boniperti, Riccardo Carapellese, Benito Lorenzi e i numerosi “oriundi” chiamati a vestirsi d’azzurro, saranno protagonisti di clamorose disfatte.
Così mentre nel 1958 la nazione tocca il vertice del proprio sviluppo economico, il calcio italiano conoscerà il suo momento più buio con l’esclusione dal campionato del mondo di Svezia nel quale esordisce un diciassettenne brasiliano destinato a diventare il modello da seguire per tutti i ragazzini del mondo che di li in avanti prenderanno a calci un pallone.
Negli anni 1949-1958 la nazionale passerà dal ruolo di punto di riferimento a quello di semplice comparsa nel panorama internazionale. Un’intera popolazione, invece, scenderà dalla bicicletta per salire in automobile.
In sostanza queste sono le tematiche principali di quella che alcuni definiscono come l’epoca dei “ricchi scemi”.
194-1958: 9SOMMARIO
1949-50 JUVENTUS
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IL MONDIALE DEL BRASILE
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LE OLIMPIADI DI HELSINKI
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SOMMARIO
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1956-57 MILAN
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IL MONDIALE DI SVEZIA
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