Questa è la situazione sociale nella quale riprende il campionato italiano di calcio 1971-72. Piatto forte della giornata è la trasferta del Milan sul terreno del Cagliari.
21aGIORNATA: domenica 12 marzo 1972
Cagliari – Milan 2-1
6′ Gori, 47′ Bigon (MI), 87′ Riva rig.
Catanzaro – Mantova 1-1
6′ Spelta (CZ), 60′ S. Petrini
Fiorentina – Verona 2-1
11′ Scala, 77′ Mascetti (VE), 89′ Clerici
Inter – Napoli 2-0
38′ aut. Panzanato, 89′ Giubertoni
Juventus – Bologna 2-1
25′ Perani (BO), 71′ Anastasi, 72′ Marchetti
LR. Vicenza – Atalanta 1-0
51′ Fontana
Roma – Varese 0-0
Sampdoria – Torino 2-1
6′ Pulici (TO), 18′ Cristin, 21′ Salvi
CLASSIFICA:
Juventus 31; Cagliari e Fiorentina 28; Milan e Torino 27; Inter 26; Roma 25; Napoli 23; Sampdoria 21; Atalanta e Bologna 17; Catanzaro e LR. Vicenza 16; Verona 14; Mantova 12; Varese 8.
Al termine della ventunesima giornata la bufera colpisce il mondo del calcio. Nell’occhio del ciclone entra il mondo arbitrale. La Juventus vince, mentre Milan e Torino, le inseguitrici più
accreditate, escono sconfitte tra le polemiche.
Sul campo di Genova il Torino protesta per un gol ingiustamente annullato ad Aldo Agroppi col quale avrebbe impattato la gara contro i blu-cerchiati. Ancora più caldo è il post partita di Cagliari dove il Milan è uscito sconfitto grazie ad un rigore concesso magnanimamente ai padroni di casa dall’arbitro Alberto Michelotti. Il capitano milanista Gianni Rivera si presenta davanti ai microfoni e, con la sua aria cantilenante e l’inconfondibile “errÈ’ moscia, rilascia una serie di dichiarazioni destinate a scatenare l’inferno:
accreditate, escono sconfitte tra le polemiche.
Sul campo di Genova il Torino protesta per un gol ingiustamente annullato ad Aldo Agroppi col quale avrebbe impattato la gara contro i blu-cerchiati. Ancora più caldo è il post partita di Cagliari dove il Milan è uscito sconfitto grazie ad un rigore concesso magnanimamente ai padroni di casa dall’arbitro Alberto Michelotti. Il capitano milanista Gianni Rivera si presenta davanti ai microfoni e, con la sua aria cantilenante e l’inconfondibile “errÈ’ moscia, rilascia una serie di dichiarazioni destinate a scatenare l’inferno:
«Fino a quando a capo degli arbitri ci sarà il signor Campanati, per noi del Milan le cose andranno sempre in questo modo: saremo costantemente presi in
giro. Questo non è più calcio. A parte la nostra comprensibile e incontenibile amarezza, mi spiace per gli sportivi… credono che il calcio sia ancora
una cosa seria. Quello che abbiamo subito oggi è una vera vergogna. Credevo che ci avessero fregato già a Torino contro la Juventus, invece ci presero
in giro a metà con l’autocritica di Lo Bello in televisione. Purtroppo per il Milan avere certi arbitri è diventata ormai una tradizione.
La logica è che dovevamo perdere il campionato. D’altronde, finché dura Campanati non c’è niente da fare: scudetti non ne vinciamo. Io sono disposto ad
andare davanti alla magistratura ordinaria, perché ciò che dico è vero: sino alla Corte Costituzionale.
Mi hanno rotto le palle. Ha cominciato anni fa un certo Sbardella; sono cose che tutti sanno: è dunque ora che si dicano. Per vincere lo scudetto dovremmo
avere almeno nove punti di vantaggio nel girone di andata. In caso contrario davvero non ce lo lasciano vincere, e se lo avessimo saputo non avremmo giocato.
È il terzo campionato che ci fregano in questo modo. Sta scritto da qualche parte che il Milan non debba assolutamente raggiungere la Juventus. Fino a questo
momento abbiamo trovato tre arbitri che hanno fatto tutto perché restasse sola in testa alla classifica. Se ho raccontato delle storie mi dovrebbero squalificare
a vita, ma devono dimostrare che sono state storie. Così non si può più andare avanti; io ho parlato chiaro, non mi sono inventato nulla, ho detto solo
cosa si verifica in campo…
I casi sono due: o io mi sono inventato tutto e allora mi squalificano a vita, oppure riconoscono di avere sbagliato e bisogna cambiare, sostituire chi
non è all’altezza del compito».
giro. Questo non è più calcio. A parte la nostra comprensibile e incontenibile amarezza, mi spiace per gli sportivi… credono che il calcio sia ancora
una cosa seria. Quello che abbiamo subito oggi è una vera vergogna. Credevo che ci avessero fregato già a Torino contro la Juventus, invece ci presero
in giro a metà con l’autocritica di Lo Bello in televisione. Purtroppo per il Milan avere certi arbitri è diventata ormai una tradizione.
La logica è che dovevamo perdere il campionato. D’altronde, finché dura Campanati non c’è niente da fare: scudetti non ne vinciamo. Io sono disposto ad
andare davanti alla magistratura ordinaria, perché ciò che dico è vero: sino alla Corte Costituzionale.
Mi hanno rotto le palle. Ha cominciato anni fa un certo Sbardella; sono cose che tutti sanno: è dunque ora che si dicano. Per vincere lo scudetto dovremmo
avere almeno nove punti di vantaggio nel girone di andata. In caso contrario davvero non ce lo lasciano vincere, e se lo avessimo saputo non avremmo giocato.
È il terzo campionato che ci fregano in questo modo. Sta scritto da qualche parte che il Milan non debba assolutamente raggiungere la Juventus. Fino a questo
momento abbiamo trovato tre arbitri che hanno fatto tutto perché restasse sola in testa alla classifica. Se ho raccontato delle storie mi dovrebbero squalificare
a vita, ma devono dimostrare che sono state storie. Così non si può più andare avanti; io ho parlato chiaro, non mi sono inventato nulla, ho detto solo
cosa si verifica in campo…
I casi sono due: o io mi sono inventato tutto e allora mi squalificano a vita, oppure riconoscono di avere sbagliato e bisogna cambiare, sostituire chi
non è all’altezza del compito».
Sudditanza psicologica, o peggio malafede, questi sono i concetti espressi dall’intervista di Rivera, concetti diventati sempre più ricorrenti, fino a quando, dopo 34 anni, qualcuno deciderà che è venuto il momento che qualcuno paghi probabilmente anche oltre le proprie responsabilità.