Sono ormai le diciotto di domenica 12 maggio e allo stadio Olimpico di Roma circa 80.000 persone da un quarto d’ora stanno applaudendo commosse un gruppo di ragazzi in calzoncini corti che si abbracciano e festeggiano. Sono quelli della Lazio che, battuto il Foggia per 1 a 0, hanno la certezza matematica di potersi cucire sulle maglie lo scudetto da esibire con orgoglio nella stagione 1974-75. Una società che solo tre anni prima era nella disperazione a causa della retrocessione in serie B, ora ha l’intera Italia calcistica ai suoi piedi dando incredibili prove di forza. E’ dire che quello allenato da Tommaso Maestrelli non è un gruppo coeso. Il tecnico si mostra abilissimo nello sfruttare le divisioni tra i giocatori e pertanto, il segreto di tanta forza va ricercato nello spogliatoio o, meglio, negli spogliatoi. Gli attriti sfociano regolarmente in guerra aperta a ogni seduta di allenamento. Troppe personalità elettriche, troppi umori contrapposti, nel gruppo biancoceleste: da una parte il clan Chinaglia-D’Amico, che
conta sull’appoggio di Wilson, Pulici e Oddi; dall’altra quello della pazza coppia Re Cecconi-Martini, spalleggiati da Petrelli. In mezzo a questa lotta fratricida si trova il povero Mario Frustalupi, spesso schierato dalla parte del Cecco, pur non condividendone certe passioni. L’Angelo
Biondo e l’inseparabile Martini sono mossi da spiriti ribollenti: amanti dell’adrenalina, praticano paracadutismo sportivo e nutrono una viscerale passione per le armi, con le quali si esercitano in aperta campagna. Ecco la Lazio di Maestrelli: undici giocatori nemici giurati sei giorni la settimana,
ma fratelli la domenica. E allora sul terreno di gioco si vede una squadra nella quale la difesa, schierata a quattro, si erge a baluardo del grande Felice Pulici, col solo Oddi in marcatura, mentre Petrelli, Wilson e Martini sono liberi di sganciarsi e rilanciare l’azione d’attacco. A centrocampo corrono Nanni e l’infaticabile pistone Re Cecconi, il regista Frustalupi detta i tempi e il giovane talento Vincenzo D’Amico inventa. In avanti, a fare da spalla a Chinaglia, troviamo l’agile ala Garlaschelli.
Al compimento di un’impresa simile si è arrivati innanzitutto grazie alla lungimiranza del Presidente:
conta sull’appoggio di Wilson, Pulici e Oddi; dall’altra quello della pazza coppia Re Cecconi-Martini, spalleggiati da Petrelli. In mezzo a questa lotta fratricida si trova il povero Mario Frustalupi, spesso schierato dalla parte del Cecco, pur non condividendone certe passioni. L’Angelo
Biondo e l’inseparabile Martini sono mossi da spiriti ribollenti: amanti dell’adrenalina, praticano paracadutismo sportivo e nutrono una viscerale passione per le armi, con le quali si esercitano in aperta campagna. Ecco la Lazio di Maestrelli: undici giocatori nemici giurati sei giorni la settimana,
ma fratelli la domenica. E allora sul terreno di gioco si vede una squadra nella quale la difesa, schierata a quattro, si erge a baluardo del grande Felice Pulici, col solo Oddi in marcatura, mentre Petrelli, Wilson e Martini sono liberi di sganciarsi e rilanciare l’azione d’attacco. A centrocampo corrono Nanni e l’infaticabile pistone Re Cecconi, il regista Frustalupi detta i tempi e il giovane talento Vincenzo D’Amico inventa. In avanti, a fare da spalla a Chinaglia, troviamo l’agile ala Garlaschelli.
Al compimento di un’impresa simile si è arrivati innanzitutto grazie alla lungimiranza del Presidente:
UMBERTO LENZINI
UMBERTO LENZINI
Figlio di emigranti italiani originari di un piccolo paese ai piedi dell'Abetone emigrati negli U.S.A. presso Colorado Springs, nasce a Walsemburg il 20 luglio del 1912.
In gioventù, una volta rientrato in Italia dopo che la sua ...
Un risultato simile è stato conseguito grazie al lavoro svolto dal tecnico Tommaso Maestrelli, vera anima di questa impresa.
TOMMASO MAESTRELLI
Nascie a Pisa il 10 ottobre del 1922, ma il lavoro del padre impiegato presso le Ferrovie dello Stato lo porta in giro per l’Italia. Nel 1935 la famiglia si trasferisce a Bari dove il ragazzo sostiene un provino con la squadra giovanile locale. Gli b...
I principali attori di imprese simili restano comunque i calciatori ed alcuni che in questo 1974 hanno stupito l’Italia intera meritano di essere conosciuti.
FELICE PULICI
Nasce a Sovico, in provincia di Milano, il 22 dicembre del 1945 ed inizia a giocare nella squadra dell’oratorio di Albiate ricoprendo immediatamente il ruolo di portiere. Viene scoperto dalle giovanili del Lecco, società nella quale esordisce nel ca...
GIUSEPPE WILSON
Nasce a Darlington il 27 ottobre 1945. Il padre, ufficiale NATO, viene trasferito a Napoli e li inizia la sua carriera di calciatore vestendo la maglia dell’Internapoli. Nel 1969, assieme all’amico rivale Giorgio Chinaglia, viene acquistato dalla Laz...
GIAN CARLO ODDI
Stopper classico, nasce a Roma il 23 luglio del 1948 e dopo aver giocato in varie società minori, all’età di 19 anni approda alla primavera della Lazio, esordendo anhche in serie B.
I piedi non sono buoni ma la società bianc’azzurra non intende privar...
LUCIANO RE CECCONI
È stato senz’altro uno dei simboli di questa squadra. l’"angelo biondo" (così viene soprannominato) nasce a Nerviano, comune della provincia milanese, l’1 dicembre del 1948 e muove i primi passi nel mondo del calcio vestendo la maglia gloriosa della P...
MARIO FRUSTALUPI
Nasce ad Orvieto il 12 settembre 1942 ed inizia a giocare nell’Empoli, prima che la Sampdoria lo acquisti. Rimane in Liguria praticamente per tutto il decennio degli anni sessanta, diventando il simbolo di una squadra costretta tutti gli anni a lottare p...
Questi sono stati probabilmente i protagonisti principali di un’autentica favola che non si sarebbe compiuta se al centro dell’attacco non ci fosse stato un certo GIORGIO CHINAGLIA, diventato la vera bandiera della Lazio, negli anni in cui il Paese si divide calcisticamente tra mazzoliani e riveriani.