insignificante al momento, ma ad avere gravissime ripercussioni sulla storia immediata del Paese.
All’assemblea dei gruppi parlamentari DC di questo lunedì 27 febbraio, MORO insiste battendosi accoratamente per costituire una maggioranza programmatica, non
politica, con dentro i comunisti. A tutti i colleghi ricorda che non ci sono alternative. Si rischierebbe di andare a elezioni con la concreta possibilità di far
perdere alla DC la maggioranza. Il consenso a Moro arriva, ma è sofferto, forse anche ambiguo.
Frattanto in America i commenti non sono proprio entusiastici, molti giornali danno grande rilievo alla notizia. In prima pagina il Wall Street Journal e il W. Post
scrivono:
voce. Questo accordo può essere considerato una sconfitta per la politica americana. Nella dichiarazione del dipartimento di Stato non soltanto
ci si opponeva a un ingresso dei comunisti nel governo ma si auspicava una riduzione della loro influenza”.
Il nuovo corso della politica italiana non è affatto gradito agli USA e fin dal 12 gennaio il dipartimento di Stato, tramite l’ambasciatore GARDNER ha inviato una
nota, dove si afferma:
dimostrare “FERMEZZA” nel resistere alle tentazioni di trovare soluzioni tra le forze non democratiche”.
Le “veline” provenienti dal nostro principale alleato non lasciano indifferenti molti politici che, appunto, nutrono qualche dubbio circa le soluzioni profilate dal
Presidente democristiano.
Intanto la Juventus si trova in Olanda per disputare l’andata dei quarti di finale di Coppa dei Campioni. Di fronte c’è l’Ajax, ormai lontana parente dello squadrone
dominatore dei primi anni settanta, avendo conservato in rosa, di quel gruppo il solo Ruud Krol.
Ad Amsterdam la partita è equilibrata e la Juve si batte molto bene, rischiando la beffa quando a quattro dalla fine Van Dord porta in vantaggio i padroni di casa su
un’indecisione di Tardelli. All’ultimo minuto Causio pareggia su una rimessa in gioco smarcante dello stesso Tardelli.
Nello stesso giorno nelle librerie esce l’opera diCamilla Cederna “La Carriera di un Presidente” avente come protagonista il Capo dello Stato Giovanni Leone.
Sarcastico e conciso, il libro si snoda veloce in 250 pagine, descrivendo l’uomo dal suo affacciarsi
alla vita pubblica fino al suo declino. L’intero lavoro, però, è uno spaccato dell’Italia di questi anni Sessanta e Settanta che fa luce sul vorticoso intreccio tra
politica, affari e grandi segreti. Nonostante la grande tiratura, 700.000 copie, il libro sparisce dalla circolazione. Perfino nelle biblioteche non
ne esiste una copia. In breve il saggio diventa il caso letterario dell’anno.
Nel frattempo la Formula 1 sbarca in Sud Africa dove si corre il terzo Gran Premio stagionale. Assieme a Patrese, l’Arrows iscrive anche Rolf Stommelen, mentre la
Theodore Racing schiera l’ esordiente Keke Rosberg al posto di Eddie Cheever, il quale, a sua volta, va a rimpiazzare Divina Galica alla Hesketh. Esordio anche per un
apprezzato costruttore di vetture per le serie minori, il francese Martini che mette in pista una vettura per René Arnoux, anche lui all’esordio. La Ferrari intanto fa
debuttare il modello 312 T3
, così come la Brabham il BT46. Si rivede la Renault che aveva saltato gli appuntamenti sudamericani.
In prova Niki Lauda strappa la ventiquattresima pole della sua carriera, la prima con la
Brabham. A fargli compagnia troviamo Mario Andretti. I due precedono una seconda fila tutta McLaren (James Hunt-
Patrick Tambay), in terza un Jody Scheckter rivitalizzato dall’aria di casa e
Jean-Pierre Jabouille con la Renault finalmente più competitiva. I ferraristi sono ottavo (Villeneuve) e nono (Reutemann).
Andretti scatta meglio di Lauda e passa a condurre davanti a Scheckter, lo stesso austriaco, Hunt, Jabouille e
Riccardo Patrese, scattato dalla settima piazza. Patrese supera Jabouille e, grazie al precoce ritiro di
James Hunt, s’installa al quarto posto. Nelle posizioni di rincalzo ottima prova per
Patrick Depailler su Tyrrell, partito undicesimo. Dopo aver passato
Watson e Jabouille al giro nove è già quinto.
Patrese continua a recuperare posizioni: passa Lauda e, complici i problemi alle coperture che affliggono
Mario Andretti, passa anche l’italoamericano che poche curve prima aveva dovuto dar strada a Jody Scheckter, ora al comando. . Al ventisettesimo giro si completa il
recupero del pilota padovano che va in testa davanti all’idolo di casa.
Andretti perde altre posizioni ed è quinto; mentre Depailler lo scavalca così come poco dopo supera anche Lauda e Scheckter ponendosi al secondo posto dietro a
Patrese, al giro ventinove.
Al quarantacinquesimo giro Andretti passa Scheckter, costretto poco dopo al ritiro, e diventa quarto. Pochi giri prima si era già ritirato Lauda per un guaio al motore
quando era terzo.
Riccardo Patrese sembra poter controllare agevolmente la gara ma a 15 tornate dal termine deve ritirarsi pure lui per un guaio al propulsore dando così il via libera
Depailler. Il francese è sempre seguito da Andretti, Peterson, Watson, Jones e Laffite, che chiude la zona punti.
Andretti però ha poca benzina, viene passato da Ronnie Peterson ed è costretto a fermarsi ai box per aggiungere carburante. la sosta lo fa uscire dalla zona punti. Le
emozioni non sono finite qui: all’inizio dell’ultimo
giro Patrick Depailler ha un buon vantaggio su Peterson. Alla prima staccata, quella della Crowthorne, doppia Rebaque ma dalla sua vettura escono fumi azzurrognoli
indicatori del fatto che pure la Tyrrell
del francese è senza benzina. Peterson lo raggiunge : le 2 macchine viaggiano ruota contro ruota nel tratto centrale del circuito. Depailler mette il suo musetto
avanti all’altezza della Sunset. All’uscita della curva a sinistra Clubhouse Peterson affianca la Tyrrell ormai all’asciutto e alle Esses passa in testa e va a vincere
senza problemi. Dietro è comunque secondo Depailler; terzo Watson, poi Alan Jones, Jacques Laffite e Didier Pironi, che chiude la zona punti.
Sono ben tre i piloti francesi a punti. Con questa vittoria Peterson si porta in classifica generale a solo un punto dal compagno di scuderia Andretti.
Il giorno dopo torna in campo la serie A che a Torino mette di fronte Juventus e Perugia nella memoria di Renato Curi.
Bologna – Verona 0-3
Foggia – Milan 1-2
Genoa – Torino 1-2
Inter – Fiorentina 2-1
Juventus – Perugia 2-0
LR. Vicenza – Atalanta 2-2
Pescara – Lazio 1-0
Roma – Napoli 0-0
CLASSIFICA:
Bologna 16; Fiorentina e Foggia 15; Pescara 14.
grazie ad un autogol del giovane difensore orobico Giovanni Mei.
In coda torna a farsi drammatica la situazione di Bologna e Fiorentina: gli emiliani sono crollati in casa nello scontro diretto col Verona, mentre i viola sono usciti
a testa alta, ma sconfitti, dalla gara di San Siro con l’Inter.
Il giovedì successivo Torino torna al centro dell’opinione pubblica, non per le imprese della Juventus in coppa la sera prima, ma per l’apertura del processo alle
Brigate Rosse. Sul banco degli imputati salgono cinquanta indagati ancora a piede libero e 22 già ospiti delle patrie galere come: Curcio, Franceschini, Bassi,
Gallinari, Ognibene, M. Moretti, N. Mantovani, Semeria, Pisetta, ecc. .
Il dibattimento si apre dunque alle ore 10,40 del 9 marzo. All’entrata degli imputati CURCIO consegna il suo proclama al presidente che rinuncia a leggerlo di persona,
incaricando uno di loro a farlo. FERRARI Bravo si assume l’onere di adempiere a tale compito con voce tonante. Il proclama contiene una serie di minacce contro i
giudici togati e quelli popolari, i difensori e lo Stato, non trascurando nemmeno la
radicale Aglietta offertasi coraggiosamente di far parte della giuria transfuga. Si conclude col grido di guerra:
momento della guerra di classe, un episodio dello scontro più generale”.
L’atteggiamento dei cronisti nel riportare la cronaca di queste ore è ambiguo. Anche nello stesso giornale (come quello riportato, l’Unità del 10.3) Ibio
Paolucci scrive in un modo “truculenti minacce, voce di Ferrari tonante e precisa, gridi di guerra, “, mentre a fianco Massimo Cavallini ne fa un resoconto
macchiettistico: per lui sono chiassosi brigatisti, il processo è una caotica normalità, la voce di Ferrari è stentorea e confusa, e il proclama di scarso interesse
con nessuna minaccia clamorosa”.
A Milano, altra città spesso teatro delle azioni criminali di gruppi eversivi di matrice rossa o nera, si attende il derby. Dopo anni di sfide in tono minore, la gara
torna ad avere il fascino di dieci stagioni prima, quando almeno una delle due società lottava per la conquista del titolo.
Atalanta – Juventus 0-2
Fiorentina – Roma 2-0
Foggia – Genoa 1-1
Lazio – LR. Vicenza 1-3
Milan – Inter 0-0
Perugia – Napoli 2-0
Torino – Bologna 2-0
Verona – Pescara 1-0
CLASSIFICA:
Fiorentina 17; Bologna e Foggia 16; Pescara 14.
appannamento di qualche settimana prima. Solo il Torino riesce a tenere il passo, mentre torna alla vittoria anche il Lanerossi Vicenza con un Paolo Rossi straripante
a Roma.
Il mercoledì successivo a Torino arriva l’Ajax per contendere alla Juventus il passaggio alla semifinale di Coppa dei Campioni. I bianconeri spingono passando in
vantaggio dopo una ventina di minuti con un gol di Tardelli. Nonostante i ripetuti sforzi, gli uomini allenati da Trapattoni non riescono a trovare il gol della
sicurezza e, a un quarto d’ora dalla fine, subiscono il pareggio firmato La Ling. Il risultato rimane invariato anche nei supplementari e si va ai rigori: dal
dischetto la Juve è freddissima, sbaglia solo il primo tiro Gentile, mentre l’Ajax fallisce tutti e tre i tentativi per merito anche di due grandi parate di Zoff.
Una squadra italiana torna tra le quattro grandi d’Europa, mentre sul piano politico sembra finalmente risolversi la grave crisi che da oltre due mesi sta impedendo al
nostro Paese di avere un esecutivo operante a tutti gli effetti.