In prova Ronnie Petersson precede Andretti, Scheckter e Lauda.
Al via però, il suo compagno di scuderia, leader del mondiale, scatta meglio di tutti,
mettendo in fila lo stesso Peterson, Scheckter, Jones, partito sesto, Lauda e Patrese.
Le Lotus sembrano poter dominare anche questa gara. Lo svedese, però, al sesto giro è
costretto al ritiro per noie al sistema di alimentazione. Al giro 24 è il turno di
passaggio Andretti che rientra ai box per cambiare una gomma: crolla all’11° posto.
Scheckter, così, si trova al comando davanti a Jones, Lauda, Patrese, Reutemann e Watson.
L’australiano della Williams si ritira al giro ventisei per un guasto alla frizione; poco
dopo il motore tradisce un Andretti già in rimonta.
Senza le vetture oro-nere la gara è molto tirata: tra il primo, Scheckter, ed il sesto,
Depailler, ci sono solo 2 secondi di gap. Al 34esimo giro Niki Lauda va in testa e dopo
poco Scheckter si ritira con un guaio al cambio. Depailler ripassa Watson, ma è costretto
anche lui ad una sosta non prevista per cambiare i pneumatici.
Ora Patrese è secondo. Il padovano però deve rientrare ai box per una foratura e una
sospensione rotta. La piazza d’onore viene momentaneamente conquistata da Reutemann che
precede Watson, Rosberg con la ATS, Depailler, Mass, compagno del giovane finlandese,
mentre chiude la zona punti Tambay davanti al tedesco Stuck su
Shadow.
Mass deve fermarsi ai box, Depailler supera Rosberg, che poco dopo si ritira, per la
rottura di una sospensione. Al giro 59 Reutemann è ormai negli scarichi di Lauda, con una
vettura molto più rapida. Al momento del doppiaggio di
Bruno Giacomelli, alla curva Clearways, l’argentino della Ferrari approfitta di una
indecisione dell’austriaco e passa a condurre.
Carlos Reutemann vince davanti a Lauda, Watson, Depailler e Stuck per la prima volta a
punti in stagione. Dietro al tedesco giungono tre McLaren di fila: Patrick Tambay , Bruno
Giacomelli e Brett Lunger.
Ora l’appuntamento è in Germania, mentre le squadre di calcio iniziano a ritrovarsi per
impostare la nuova stagione. Il 1978, però, è un anno destinato a lasciare il segno,
soprattutto per quanto riguarda l’ambito della vita. Nell’anno in cui l’Italia approva la
legge che legalizza l’aborto, scatenando il dissenso del mondo cattolico, fa discutere
quanto accade in Gran Bretagna. Il 25 luglio, infatti, Nasce Louise Brown, la prima “bimba
in provetta”. La procreazione assistita, o fertilizzazione in vitro, ottiene un successo
scientifico destinato ad aprire discussioni di gravissima profondità presso tutte le
culture, causando, a breve, l’originarsi della bioetica.
Altro problema molto sentito in questi anni settanta, è quello della casa. L’inflazione
galoppante ha portato gli affitti alle stelle, mentre i tassi d’interesse applicati ai
mutui rendono impossibile a molte persone accedere al credito. Il numero dei senza casa
rischia di aumentare, in quanto stato ed enti locali non sono in grado di far fronte alle
nuove esigenze. Per tentare di porre rimedio a questa situazione, il 27 luglio il
Parlamento italiano approva la legge sull’equo canone. Essa si pone l’obbiettivo di
fissare il canone massimo d’affitto per le case di abitazione e la durata minima dei
contratti per fini diversi da quelli abitativi
Intanto la Ferrari, in una stagione alquanto grigia nonostante la vittoria recente di
Reutemann, annuncia l’ingaggio del sudafricano della Wolf Jody Scheckter.
Con quest’atmosfera il circus della Formula 1 si trasferisce in Germania dove il
brasiliano Nelson Piquet esordisce con la Ensign in coppia con Harald Ertl. I due
sostituiscono Derek Daly e Geoff Lees. Il finlandese Keke Rosberg torna alla Theodore
Racing che però non schiera più una vettura di sua produzione ma una
Wolf. Alla ATS quindi c’è ora posto per Jean-Pierre Jarier.
Come spesso accade nel corso di questa stagione, la pole è un affare interno alla
Lotus: Mario Andretti prevale su Ronnie Petersson, mentre in seconda fila c’è il passato e
il futuro del Cavallino:
Niki Lauda e Jody Scheckter. L’esordiente Piquet si qualifica ventunesimo.
Mentre in Germania rombano i motori, in Italia la politica torna a farla da padrona.
Infatti si tiene uno stranissimo Consiglio della DC, in cui Benigno Zaccagnini fa uno
strano discorso, dove ipotizza un coinvolgimento americano nella vicenda Moro. Carlo Maria
FRACANZANI gli fa eco proponendo l’istituzione di una commissione d’indagine sui servizi
speciali stranieri. Giuseppe ZAMBERLETTI è ancora più esplicito, parla di un possibile
coinvolgimento della CIA americana. Sono tutte ipotesi che contribuiscono ad infittire il
mistero riguardante i 55 giorni più bui della storia della Repubblica Italiana.
La gente, probabilmente, è più interessata ad Andretti, il quale scatta bene, ma alla
prima chicane va lungo e viene passato da Peterson, che così è in testa al primo giro.
Dietro alla coppia oro-nera ci sono
nell’ordine: Lauda, Jones, Watson ed Hunt.
Jones sorpassa Lauda ed è così terzo mentre già al quinto giro Andretti si riprende la
testa della corsa. Intanto Watson perde molte posizioni per un guasto al cambio: da quinto
a quindicesimo.
Jody Scheckter, penalizzato nelle prime tornate da un problema all’alimentazione, è autore
di una fenomenale rimonta che lo porta nei pressi della zona punti. Il sudafricano passa
poi Pironi, Villeneuve e Laffite e, complici i problemi tecnici che costringono Lauda al
ritiro, è quinto dietro Hunt.
Al ventesimo giro l’inglese fora una gomma davanti ai box, sarebbe perciò costretto a
compiere un giro intero sul lungo anello di Hockenheim prima di poter cambiare lo
pneumatico. Il pilota della
McLaren imbocca però un raccordo interno alla pista per fare prima tanto da riportarsi
subito nei pressi del paddock. I commissari lo squalificano.
Ora Andretti precede Petersson, Jones, Scheckter, Laffite, Pironi, Fittipaldi e Villeneuve.
Il canadese della Ferrari, però deve cambiare le ruote, Jones è costretto al ritiro per un
guaio all’alimentazione mentre Peterson abbandona i sogni di gloria con il cambio fuori
uso. Jody Scheckter scala così al secondo posto, seguito da Laffite e Fittipaldi che ha
passato Pironi.
Andretti vince davanti a Scheckter, Laffite, Fittipaldi, Pironi e la sorpresa messicana
Hector Rebaque che conquista il suo primo punto mondiale. Era dal
1971 che un pilota di quel paese non andava a punti (Pedro Rodriguez
secondo nel Gran Premio d’Olanda). Rebaque corre con una
Lotus 78 privata, conquistando l’ultimo punto iridato per una vettura non ufficiale.
Dopo la quinta vittoria stagionale (undicesima in carriera) Mario Andretti
ha 54 punti in classifica generale. Il titolo, a meno di imprevisti, è a un passo.