Ascoli – Milan 0-1
Atalanta – Lazio 0-0
Avellino – Torino 1-1
Fiorentina – Perugia 1-1
Inter – Verona 4-0
Juventus – Catanzaro 3-1
LR. Vicenza – Bologna 2-2
Roma – Napoli 0-0
CLASSIFICA:
I giallo-blu scaligeri, alla loro terza pesante sconfitta consecutiva con nove reti incassate a fronte di nessuna realizzata, sono lo specchio più evidente della crisi del calcio veneto. Il Lanerossi Vicenza, infatti, a causa di un’autorete dell’ala destra Paolo Rosi, getta alle ortiche un successo ormai sicuro contro il Bologna. Come avvenuto nella gara d’andata, anche questo risultato si rivelerà fondamentale per il destino delle due squadre.
Intanto prosegue anche l’assurda bbattaglia della morte intrapresa da sedicenti rivoluzionari, i quali non fanno altro che seminare lo sgomento proprio in quelle classi sociali di cui si dichiarano i difensori. La settimana è infatti caratterizzata da due omicidi il cui senso, se di senso si può parlare quando si ammazza una persona, sinceramente non viene compreso da nessuno. Il 16 FEBBRAIO a Venezia un nucleo terrorista di sinistra uccide il macellaio Lino Sabbadini, mentre aMilano altri individui della stessa matrice politica freddano l’orefice PIERLUIGI TORRIGIANI
A volte l’esistenza umana è fatta anche di piccoli avvenimenti che tuttavia vengono ricordati quasi più di grandi fatti storici. Uno di questi, ad esempio, è quello che accade il mattino di domenica 18 febbraio, quando il Sahara Occidentale è ricoperto da una coltre di neve alquanto insolita per quelle zone geografiche.
Bologna – Roma 1-2
Catanzaro – Inter 1-1
Lazio – Fiorentina 4-0
Milan – Atalanta 1-1
Napoli – LR. Vicenza 2-2
Perugia – Juventus 0-0
Torino – Ascoli 3-1
Verona – Avellino 0-1
CLASSIFICA:
A Trieste, intanto, cosa comune ad ognuno di noi, si sta compiendo il destino di Nereo Rocco, probabilmente il tecnico più grande della storia del calcio italiano. Il figlio Tito, farmacista, racconta:
prima mi guardò con gli occhi confusi e mi disse: Tito, dame el tempo”. Come diceva a Marino Bergamasco e Cesare Maldini verso la fine della partita, quando non c’era ancora il recupero. “Pensava di essere in panchina”,
sorride triste Tito. Il rapporto con i collaboratori, con i giocatori di cui era un po’ padre e un po’ “paron” e con i colleghi è stato il punto di forza di un uomo che ha saputo dosare con cura finta ingenuità e astuzia, scontrosità e paternalismo.
Il funerale di Nereo Rocco viene celebrato due giorni dopo e Trieste si ferma. Le rive sono piene, i ristoranti, raccontano i ristoratori, fanno anche tre turni. Ci sono tutti ai funerali di questo «filosofo, burbero, bonario, popolaresco, impetuoso uomo di sport». Tutti, da Gianni Rivera a Bepi Straza, accompagnano
Nereo al Campo Terzo del cimitero Sant’Anna. Lo portano lassù, verso Valmaura, dove c’è il vecchio stadio in cui ha giocato e allenato, prima che vicino ne costruiscano uno probabilmente troppo elegante per uno che, a chi ha osato chiamarlo “mister” è stato solito rispondere:
Nereo Rocco lascia questo mondo in seguito ai postumi di una pesante bronco-polmonite contratta in Inghilterra dove si è recato alla fine del novembre 1978 per visionare il Manchester City, avversario del Milan negli ottavi di finale di Coppa UEFA.