” … Dunque la sera della partita con l’Argentina padrona di casa. Siccome è la partita di cartello del girone gli organizzatori la fanno iniziare alle
ore 19,15 locali, che aggiungendo cinque ore a causa del fuso, la scaraventano oltre la mezzanotte italiana.
Quel giorno, il 10 Giugno era sabato e, le vacanze estive erano appena cominciate.
Per ingannare l’attesa prima del collegamento, iniziai a leggere i miei giornalini preferiti, due titoli su tutti : Il Corriere dei Piccoli e, naturalmente,
Topolino. Al termine della lunga lettura, un occhiatina all’album delle figurine dei campionati mondiali, con il rito dell’apertura dei pacchetti, ricordo ancora che i pacchetti costavano 50 vecchie lire all’uno. Iniziai ad attaccare le figurine adesive all’album, separando le figurine buone dagli immancabili
“doppioni”.
Un particolare molto importante che rende ancora più bello questo racconto. La mia famiglia era l’unica in tutta la via che possedeva un televisore a colori,
e qualche metro più avanti c’era un bar, il quale non ce l’aveva ancora. Mio padre aveva invitato i suoi migliori amici a casa nostra affinché assistessero
a questa sorta di “spareggio” a colori piuttosto che in bianco e nero.
Un quarto d’ora prima dell’inizio della partita ecco che arrivano gli amici, qualcuno molto più generoso ci ha portato una vasca di gelato presa nella migliore
gelateria artigianale di Porto San Giorgio.
Ed ecco arrivare l’inizio della partita, la sigla di apertura e la fantastica voce di Nando Martellini.
Lo stadio era pieno come un uovo, un trionfo di bandiere argentine, i tricolori c’erano ma non si vedevano proprio. L’entusiasmo dei tifosi argentini era
alle stelle. Prima della partita un minuto di silenzio per ricordare il fratello di Luque morto in un incidente stradale.
Inizia la partita. Il primo tempo
è una fase di studio, falli intimidatori degli argentini ai danni dei nostri, così lo è anche la prima metà della ripresa.
Durante la partita qualche amico di mio padre si mette a fumare, io sinceramente non voglio rimanere intossicato e propongo di spalancare la finestra, dopo
tutto è quasi estate.
Al sessantasettesimo un dialogo in attacco dei nostri, Rossi passa a Bettega il quale spedisce il pallone in rete, uno a zero. Sia Zoff che i nostri difensori riescono a resistere ai furiosi attacchi degli argentini, il tempo passa e l’arbitro, l’israeliano Klein (che quattro anni
dopo ritroveremo a Barcellona contro i brasiliani) fischia la fine delle ostilità. Abbiamo vinto noi, l’immagine di Menotti che lascia il campo arrabbiato
è eloquente. Rimaniamo a giocare a Buenos Aires e facciamo sloggiare i padroni di casa a Rosario.
Davvero una bella notte. …”
IL DILEMMA AZZURRO E LE PARTITE MONDIALI DEL 9 GIUGNO
ore 19,15 locali, che aggiungendo cinque ore a causa del fuso, la scaraventano oltre la mezzanotte italiana.
Quel giorno, il 10 Giugno era sabato e, le vacanze estive erano appena cominciate.
Per ingannare l’attesa prima del collegamento, iniziai a leggere i miei giornalini preferiti, due titoli su tutti : Il Corriere dei Piccoli e, naturalmente,
Topolino. Al termine della lunga lettura, un occhiatina all’album delle figurine dei campionati mondiali, con il rito dell’apertura dei pacchetti, ricordo ancora che i pacchetti costavano 50 vecchie lire all’uno. Iniziai ad attaccare le figurine adesive all’album, separando le figurine buone dagli immancabili
“doppioni”.
Un particolare molto importante che rende ancora più bello questo racconto. La mia famiglia era l’unica in tutta la via che possedeva un televisore a colori,
e qualche metro più avanti c’era un bar, il quale non ce l’aveva ancora. Mio padre aveva invitato i suoi migliori amici a casa nostra affinché assistessero
a questa sorta di “spareggio” a colori piuttosto che in bianco e nero.
Un quarto d’ora prima dell’inizio della partita ecco che arrivano gli amici, qualcuno molto più generoso ci ha portato una vasca di gelato presa nella migliore
gelateria artigianale di Porto San Giorgio.
Ed ecco arrivare l’inizio della partita, la sigla di apertura e la fantastica voce di Nando Martellini.
Lo stadio era pieno come un uovo, un trionfo di bandiere argentine, i tricolori c’erano ma non si vedevano proprio. L’entusiasmo dei tifosi argentini era
alle stelle. Prima della partita un minuto di silenzio per ricordare il fratello di Luque morto in un incidente stradale.
Inizia la partita. Il primo tempo
è una fase di studio, falli intimidatori degli argentini ai danni dei nostri, così lo è anche la prima metà della ripresa.
Durante la partita qualche amico di mio padre si mette a fumare, io sinceramente non voglio rimanere intossicato e propongo di spalancare la finestra, dopo
tutto è quasi estate.
Al sessantasettesimo un dialogo in attacco dei nostri, Rossi passa a Bettega il quale spedisce il pallone in rete, uno a zero. Sia Zoff che i nostri difensori riescono a resistere ai furiosi attacchi degli argentini, il tempo passa e l’arbitro, l’israeliano Klein (che quattro anni
dopo ritroveremo a Barcellona contro i brasiliani) fischia la fine delle ostilità. Abbiamo vinto noi, l’immagine di Menotti che lascia il campo arrabbiato
è eloquente. Rimaniamo a giocare a Buenos Aires e facciamo sloggiare i padroni di casa a Rosario.
Davvero una bella notte. …”