In pieno boom economico, l’Italia si prepara ad entrare in un decennio al termine del quale sarà completamente cambiata, trovandosi alle prese con un clima di estrema tensione generazionale. L’apparente benessere raggiunto non ha sanato le ferite lasciate dalla guerra, tutt’altro: proprio nel momento di massimo sviluppo dell’economia esse si riaprono anche a causa dell’incapacità del governo di chiudere con il passato. La “fobia” rossa ha fatto il resto creando una netta divisione nella popolazione tra comunisti e cattolici, spaccatura destinata a riflettersi alla fine del decennio anche tra le generazioni. Da una parte si trovano i vecchi che hanno vissuto la guerra e che a testa bassa, lavorando come somari, cercano di garantirsi una vita il più confortevole possibile, loro che sono cresciuti in case fredde e andando a scuola, quando non erano costretti a lavorare, indossando calzoni corti e calzando zoccoli di legno; dall’altra i giovani che della guerra non vogliono più sentirne parlare e che mirano a vivere in una società libera da convenzioni e da assurde costrizioni imposte soprattutto dalla Chiesa, in questo momento l’unica istituzione preposta a regolare tutti gli aspetti della vita degli italiani.
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Intanto, però, gli occhi del mondo sono puntati sull’Italia, in particolare su Roma, che nel 1960 ospiterà la quattordicesima edizione delle Olimpiadi dell’era moderna. Le splendide cornici offerte dai monumenti della “Capitale” fanno il giro del mondo, soprattutto nella Maratona che consacra il mito di Abebe Bikila, l’etiope che scalzo si aggiudica la madre di tutte le gare a cinque cerchi.
Questo è un decennio altrettanto decisivo anche per il mondo del calcio italiano, movimento che, in questo 1958, è chiamato a risollevarsi dal fallimento culminato con l’esclusione dal mondiale di Svezia.
Il torneo olimpico di calcio vinto dalla Jugoslavia e chiuso al quarto posto fa ben sperare. Si ottiene solo un quarto posto, ma si mette in mostra una grande generazione di giovanotti, tra i quali Giacomo Bulgarelli e soprattutto Gianni Rivera che lasciano intravvedere il germe del fuoriclasse. Effettivamente la rinascita ci sarà: prima tra i Club con le affermazioni internazionali del Milan prima e della grande Inter, vera squadra icona del periodo e alla fine della nazionale che prima si aggiudicherà il Campionato europeo e poi, proprio a cavallo dei due decenni ”60-’70 darà vita ad una delle più belle favole della storia del calcio.
Novità sembra essere la parola d'ordine della seconda metà del 1958: nel mondo del calcio italiano chiamato a risorgere dalle ceneri dell'esclusione dal mondiale svedese; nella società, soprattutto dopo l'elezione a Papa di Angelo Roncalli al posto dello scomparso Pio XII. Giovanni XXIII inizierà un processo di rinnovamento all'interno della Chiesa destinato a riflettersi anche sulla vita della gente comune.
Iniziano gli anni sessanta nell'attesa dell'Olimpiade romana. Ancora una volta la Juventus apre il decennio conquistando il trono di campione d'Italia, sospinta dagli ultimi lampi di classe di Gianpiero Boniperti e dalle magie di Omar Sivori.
Il giugno parigino consacra l'Unione Sovietica a potenza del calcio internazionale, mentre la nazionale azzurra, ancora una volta, è costretta ad assistere da spettatrice alle fasi salienti di un grande trofeo.
La nuova stagione parte all'insegna delle imprese olimpiche di grandi atleti come Livio Berruti ed Abebe Bickila, passando per la buona figura fatta dai ragazzi della nazionale azzurra allenata da Gipo Viani, terminando col successo della Fiorentina nella prima edizione della Coppa delle Coppe, primo grande trofeo per club conquistato da una rappresentante del nostro calcio.
Nereo Rocco in panchina e il duo Rivera-Altafini in campo, riportano lo scudetto al Milan nell'anno che precede il mondiale del Cile. La presenza di grandi fuoriclasse in rosa, unita al trionfo della Roma in Coppa delle Fiere invano tutti all'ottimismo, mentre nelleradio impazzano le canzoni di Mina e Celentano.
Il Brasile si riconferma sul tetto del mondo, nonostante il grave infortunio che interrompe il mondiale di Pelè, mentre l'Italia torna a leccarsi le ferite dopo l'ennesimo fallimento, arrivato non solo per i demeriti degli azzurri.
Infortunato il grande Pelé, Manuel Garrincha diventa l'anima del Brasile che si riconferma sul tetto del mondo, raggiungendo l'apice di una vita destinata a chiudersi nel peggiore dei modi.
Mentre il Milan di Rocco conquista l'Europa e l'Inter di Herrera l'Italia, i giovani sono attratti da una musica nuova: inizia l'era dei Beatles.
Vita, opere e "Muso de' mona" del Paron, il primo tecnico a portare in Italia la Coppa dei Campioni.
Spettacolo e dramma si alternano in una delle stagioni calcistiche più appassionanti della storia: la catastrofe del Vayont, l'incredibile duello tra Inter e Bologna, il presunto doping felsineo, la prima coppa dei Campioni interista e la scomparsa del presidente Renato Dallara il giorno prima dello spareggio di Roma sono le tappe salienti.
Tra mille polemiche la Spagna franchista succede sul trono d'Europa all'Unione Sovietica, ritiratasi per protesta dalla competizione per non affrontare gli iberici.
L'Inter riconquista lo scudetto dopo un bellissimo duello col Milan, nell'anno in cui riconferma la sua Coppa dei Campioni e in cui diventa Campione del Mondo per club.
Quando si associa la parola mago al mondo del calcio, il risultato è uno solo: Helenio Herrera, zingaro della panchina che in Italia ha ottenuto il massimo.
Nel campionato che precede il mondiale d'Inghilterra, l'Inter conquista il suo decimo scudetto, quello che le permette di cucire la stella sulle maglie, ma deve abdicare al trono d'Europa in favore del Real Madrid dell'eterno Puskas.
Nell'edizione che consegna la coppa del mondo ai "maestri" inglesi, dopo la discussa finale vinta contro la Germania Occidentale per 4 a 2, l'Italia vive una delle giornate più nere della sua storia calcistica, quando il dentista Pak do Ick infila la porta difesa da Enrico Albertosi.
È la stagione che decreta la fine del ciclo dell'Inter di Herrera, tutto nel volgere di quattro giorni, mentre ci si interroga sulle cause che hanno condotto alla morte il giovane cantante Luigi Tenco.
Esplode la contestazione giovanile mentre il Milan di Rocco e Rivera domina il campionato 1967-68 e conquista la Coppa delle Coppe.
Dopo vent'anni di amarezze, l'Italia del calcio, grazie anche all'aiuto della "dea bendata", torna a vincere salendo sul tetto d'Europa.
Buon giocatore di origine triestina, a "zio Uccio" si deve il merito di essere riuscito a gestire il gruppo più esplosivo della storia del calcio italiano, riportando il movimento agli antichi splendori.
Il mondo e l'Italia sono in subbuglio: un'epoca sta finendo, mentre il calcio scrive una delle sue favole, quella della Fiorentina allenata da Bruno Pesaola, mentre il Milan torna Re d'Europa.
È stato il più grande talento italiano del dopoguerra, bandiera tra le bandiere. Per due decenni Gianni Rivera è stato il Milan.
Il boom economico è finito e oscuri presagi si addensano sul Paese sotto forma di attentati. In tutto questo una regione vive il proprio momento di gloria calcistica: è la Sardegna intera, pronta a festeggiare lo scudetto del Cagliari di Gigi Riva, ma di altri grandi campioni.
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SOMMARIO
Italia-Germania 4 a 3: non è solamente il risultato di una partita, ma quello della "partita" a suggello di un'edizione incredibile dei campionati mondiali di calcio.
Per molti è stato il numero 1. A livello di nazionali è stato senz'altro il calciatore più vincente della storia del calcio.