Gian Luca Vialli Nasce a Cremona il 9 luglio del 1964. Come molti coetanei, tira i primi calci nel cortile dell’oratorio. È bravo e a nove anni inizia la sua trafila nelle squadre giovanili nel Pizighettone, dove, tredicenne, viene notato dalla Cremonese. Superato il provino, entra nelle giovanili della società grigio-rossa, che a soli 16 anni lo aggrega alla prima squadra. È un anno da incorniciare, in quanto i lombardi riconquistano la serie B, con Vialli che ha la soddisfazione di esordire in serie C1.
IN SERIE B CON LA CREMONESE
Nella cadetteria Gian Luca Vialli parte dalla panchina, ma con l’avvento in panchina di Emiliano Mondonico, il ragazzo diventa titolare fisso. Nella stagione 1982-83, con Sauro Frutti, compone una validissima coppia d’attacco, pronta a capitalizzare l’ottimo lavoro dei centrocampisti Claudio Bencina e Fulvio Bonomi, tanto da mancare la promozione in serie A agli spareggi di giugno, soccombendo nei confronti di Como e Catania.
L’anno successivo i lombardi puntano alla massima categoria nazionale, affiancandogli l’esperto Marco Nicoletti, un lungagnone esploso al Como, che in grigio-rosso cerca il modo per ritornare ai livelli che lo avevano portato alla nazionale under 21. L’intuizione della dirigenza cremonese si rivela esatta e i due trascinano i grigio-rossi al ritorno in serie A dopo ben 54 anni.
GIAN LUCA VIALLI ALLA SAMPDORIA
In blu-cerchiato deve contendersi la maglia col coetaneo Roberto Mancini e con la stella Trevor Francis. Bersellini non esita a mescolare le carte e, tra campionato e Coppa Italia, Vialli trova comunque il modo di mettersi in mostra. L’anno successivo, poi, si rivela l’unica nota lieta in una stagione nettamente al di sotto delle aspettative per la società ligure. Per lui, poi, ci sono grandi prove nella rappresentativa Under 21, che gli aprono le porte della nazionale maggiore. A Bearzot il ragazzo piace, soprattutto la sua duttilità, tanto che lo inserisce tra i ventidue che volano in Messico per difendere la Coppa del Mondo conquistata quattro anni prima.
Parte dalla panchina, ma trova comunque posto, sostituendo quasi sempre Bruno Conti. Assieme all’altro giovane della comitiva, il campano Nando De Napoli, Gian Luca Vialli rappesenta l’unica nota positiva in un’edizione fallimentare per i colori azzurri.
L’AFFERMAZIONE CON VUJADIN BOSKOV
Gian Luca Vialli: GLI ANNI ALLA JUVENTUS
Nel 1992, al termine di una stagione post-scudetto in chiaro scuro – mediocre in campionato, esaltante in Coppa dei Campioni, almeno fino alla serata della finale persa col Barcellona – l’attaccante lombardo decide che il suo tempo blu-cerchiato è terminato. La Juventus, a cui lo scudetto manca ormai da sette anni, cerca di colmare il gap tecnico col Milan degli “invincibili” e, per farlo, pensa proprio a Gian Luca Vialli. Mette sul piatto alcuni miliardi e quattro promesse (tra le quali il terzino Michele Serena e il centrocampista Eugenio Corini) e l’affare va in porto per una somma complessiva pari a circa trentamila milioni delle vecchie lire.
I PRIMI ANNI DIFFICILI IN BIANCONERO
A Torino trova una rosa ricca di grandi talenti, soprattutto in attacco, ma la squadra è di difficile composizione. Il ragazzo, poi, soffre oltre modo il distacco da Genova e particolarmente, dai suoi grandi amici, oltre che compagni di squadra. Non bastasse, in nazionale il suo rapporto col tecnico Arrigo Sacchi è assai tribolato, tanto da essere accantonato.
In campionato i gol non arrivano e i risultati scarseggiano. Diversamente le cose vanno in Coppa Uefa, dove è grande protagonista e, assieme a Roberto Baggio, questo sì in condizioni di forma smaglianti, si erge a grande protagonista nella cavalcata che porta il trofeo nella bacheca bianconera a spese del Borussia Dortmund.
La stagione 1993-94 parte sotto altri auspici, ma un grave infortunio lo mette fuori causa alcuni mesi. Ormai il suo rapporto con la nazionale è compromesso e lui può dedicarsi esclusivamente alla Juventus. Gia al rientro, ormai a fine campionato, fornisce prove di buon livello, tanto che da più parti se ne caldeggia la convocazione in vista degli imminenti mondiali statunitensi.
IL RILANCIO CON MARCELLO LIPPI
Il feeling con l’ambiente juventino si consolida con l’avvento sulla panchina bianco-nera di Marcello Lippi. Il tecnico toscano, con una lunga carriera da difensore della Sampdoria, punta deciso su di lui e gli affida la fascia di capitano. Vialli è il terminale offensivo di una formazione granitica, che nel 1995 riporta lo scudetto sotto la mole antonelliana.
L’anno successivo la società gli affianca gli amici Pietro Vierchowod ed Attilio Lombardo. I tre fanno gruppo e, soprattutto in Coppa dei Campioni, trascinano gli altri al successo, fondamentale per i torinesi per cancellare la maledetta serata di Brouxelles. L’ex sampdoriano è all’apice della popolarità nell’ambiente juventino, ma la società, con alle porte la legge Bosmann, decide di capitalizzare ed accetta la proposta economica del Chelsea, arrivata per mano di Ruud Gullit.
GIAN LUCA VIALLI AL CHELSEA
All’età di 32 anni Gian Luca Vialli lascia l’Italia alla volta dell’Inghilterra. Da qualche stagione la società londinese ha deciso di approntare un piano tecnico per ritornare ai vertici del calcio nazionale ed europeo. Al momento tutto è nelle mani dell’olandese Gullit, ingaggiato nel doppio ruolo di allenatore-giocatore. L’inserimento non è dei più semplici; spesso è costretto a partire dalla panchina, ma il rapporto con i compagni è ottimo. La società comprende tutto ciò tanto che, l’anno seguente, in un momento di crisi, decide di sollevare Gullit dalle sue mansioni, affidando la guida proprio a Vialli.
Pure lui, giocando, inizia la propria carriera di allenatore. È un inizio folgorante: arrivano in successione una coppa delle Coppe, una Coppa di Lega, una supercoppa europea ed una Charity Shild.
DOPO IL RITIRO: ALLENATORE, COMMENTATORE E DIRIGENTE SPORTIVO
Nel 1999, a 35 anni, Gian Luca Vialli appende le fatidiche scarpe al chiodo, proseguendo la propria attività di manager. All’inizio della stagione 2000-01, dopo un altro successo nella prestigiosissima Coppa d’Inghilterra, frizioni con l’ambiente inducono il Chelsea a sollevarlo dall’incarico. Tenta un’avventura al Watford (la squadra di Elton John), ma il tutto si risolve in un fallimento tecnico, con successiva battaglia legale, che lo costringe a fermarsi.
.
Nel frattempo inizia una profiqua attività di commentatore televisivo, che, per quindicianni, ne fa uno dei volti di punta dell’emittente SKY. In realtà per Vialli l’ambiente televisivo non è del tutto nuovo, avendo vantato una collaborazione conItalia UNO nella stagione 1989-90.
VITA DA DIRIGENTE
La carriera da commentatore televisivo di Gian Luca Vialli termina idealmente nel 2019, quando l’amico-fratello Roberto Mancini lo chiama accanto a sè come capo delegazione della nazionale azzurra che lui allena dall’estate del 2018. In realtà Vialli, già alle prese con la battaglia contro il cancro, funge da consigliere, da factotum e da esempio di vita per ragazzi chiamati a ridare dignità sportiva all’intero movimento calcistico italiano, devastato dalla mancata partecipazione al mondiale di Russia.
Il lavoro degli ex gemelli del gol blu-cerchiati si concretizza nella conquista del Campionato Europeo per Nazioni nel 2021, con l’abbraccio di Wembley, emblema di un rapporto andato ben oltre il calcio.
L’attività da dirigente di Vialli termina nel dicembre del 2022 a causa della ricomparsa del male che lo porterà al decesso il 6 gennaio del 2023.